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Il giardino di Villa Silvio Pellico è il capolavoro italiano di Russell Page. Il magnifico giardino della villa è un perfetto equilibrio architettonico di armonia e naturalezza.
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La Villa Silvio Pellico, a Moncalieri un'oasi di pace tra alberi di tasso e cedri. Questa dimora privata sita in Moncalieri prende il nome di Silvio Pellico, perché fu qui che egli compose “Le Mie Prigioni”, anche se gli attuali proprietari sono tornati al vecchio nome Vigna Barolo.
La villa sorta a fine settecento affianca un castelletto romantico e una cappella neogotica. Questa dimora ospita uno dei giardini più belli del Piemonte e d’Italia. Circondata da un ampio parco (di circa sette ettari) con una grande varietà di alberi ad alto fusto, fra cui dei platani donati da Napoleone, il giardino è stato ridisegnato da Russel Page, uno dei maggiori paesaggisti del secolo scorso, che vi ha lavorato fra il 1956 ed il 1959.
L’impianto è in stile franco-italiano per quanto riguarda la parte antistante la villa, e all’inglese nel resto del parco. Un lungo prato racchiuso da due siepi di rose rosse e gialle, che richiamano il colore terracotta della villa, apre la vista al giardino geometrico poco più in basso, dove la topiatura romboidale dei bossi cinge uno specchio d’acqua rettangolare. Non si può non rimanere affascinati dal labirinto di bosso topiato che si affaccia sulla città sottostante.
Da entrambi i lati di questo splendido ricamo si accede ad altri due giardini d’acqua, decorati da statue in pietra neoclassiche che ritroviamo come elemento ricorrente per l’intero giardino. Questa struttura più formale è poi circondata da un parco all’inglese fatto di boschetti, di sentieri di bossi, palme, felci, acanti e cedri del Libano. In questa delizia romantica vi è una panca che ruota intorno al fusto di un faggio pendulo, mentre i rami del faggio più vecchio ospitano una bellissima casetta. Web Garden Gli attuali proprietari hanno inoltre avviato un progetto di ripristino dell’antico giardino romantico e di culture di rose antiche.
Villa Silvio Pellico è uno dei numerosi progetti che Russell Page sviluppò in Italia negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale. Per capire fino in fondo il valore e la qualità delle realizzazioni di Page è necessario contestualizzarle.
In Italia il maestro si trovò a lavorare per un'élite colta e piuttosto chiusa, in un contesto che, dal punto di vista giardiniero, potremmo definire preistorico. La manodopera nei grandi giardini era diventata costosa e la tendenza dominante era quella di avere giardini di impianto romantico ottocentesco con piantagioni stagionali, la cultura botanica era limitata e in genere le scelte erano appannaggio del giardiniere di casa. La figura del paesaggista era praticamente sconosciuta; è facile quindi capire l'impatto che un giardiniere raffinato e preparato come Page può avere avuto all'interno di questo mondo e quanto potesse essere richiesto da chi si poteva permettere realizzazioni di quel tipo. Harpers Bazaar.
Il giardino di Villa Silvio Pellico è il capolavoro italiano di Russell Page
Questa creazione risulta particolarmente emblematica perché Page vi mette in campo in maniera esemplare le due sue più peculiari doti di progettista: la capacità di adattarsi alla morfologia del luogo e la semplicità e naturalezza dei passaggi nel delineare un progetto di vera e propria architettura. Harpers Bazaar.
Foto di Marco Beck Peccoz
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